Si riuniranno a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti (UAE), i maggiori leader mondiali per il 28° vertice globale sui cambiamenti climatici, la COP28. L’annuale assemblea si propone di individuare misure concrete per contrastare il climate change e analizza lo stato contingente dei progressi raggiunti, rispetto agli impegni internazionali in campo.
L’incontro è un appuntamento fisso dal momento della stipula della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), un documento conosciuto anche come “Accordo di Rio”, dal nome della città brasiliana dove fu elaborato e siglato nel 1992, per poi entrare in vigore nel 1994. L’incontro di quest’anno, che si terrà dal 30 novembre al 12 dicembre, sarà focalizzato su discussioni di importanza cruciale per il futuro del pianeta, dato che il tempo per salvaguardare la sopravvivenza della Terra e delle sue risorse sta letteralmente scadendo.
L’obiettivo del vertice COP28
La COP28 è un’occasione essenziale per rivalutare e riorganizzare l’agenda sul clima e aggiornare tutte le azioni globali intraprese con la finalità di rispettare gli ambiziosi obiettivi di lotta ai cambiamenti climatici. In particolare, a Dubai i leader internazionali siederanno insieme per fare il punto della situazione circa i progressi rispetto all’Accordo di Parigi del 2015. Cosa prevedevano? I Paesi che hanno ratificato l’accordo auspicavano di mantenere l’aumento della temperatura media globale entro gli 1.5° (rispetto ai livelli preindustriali) con un termine temporale fissato al 2050.
Valutando i risultati progressivi di questo obiettivo, era necessario dimezzare le emissioni nocive in atmosfera entro il 2030. Dalla scienza non arrivano, però, notizie incoraggianti, dato che l’Emission Gap Report (dell’Environment Programme delle Nazioni Unite) prevede che, allo stato attuale delle cose, il riscaldamento globale arriverà ai 3° entro il 2100.
È chiaro, quindi, quanto la COP28 sia un incontro decisivo, per identificare le politiche che funzionano e cambiare rotta immediatamente a quelle che non stanno portando giovamenti sostanziali. La necessità prioritaria degli Stati coinvolti sarà quella di accelerare la riduzione delle emissioni, massimizzando gli sforzi comuni verso una transizione energetica, che sia concreta e inclusiva, e verso la costruzione di economie climaticamente neutrali.
Tra i principali temi di discussione ci saranno, ad esempio:
- la graduale eliminazione a livello mondiale dei combustibili fossili non soggetti ad abbattimento;
- la realizzazione di un sistema energetico prevalentemente decarbonizzato entro il 2030;
- il contestuale potenziamento delle fonti di energia rinnovabile e l’ottimizzazione dell’efficienza energetica;
- la riforma circa l’uso del territorio e la trasformazione dei sistemi alimentari;
- la definizione di soluzioni attuabili per i paesi vulnerabili;
- l’identificazione di finanziamenti opportuni per il raggiungimento dei risultati.
Al centro del dibattito a Dubai ci sarà soprattutto il 1° Global Stocktake (GST), ossia la verifica puntuale degli impegni presi dai Paesi coinvolti nell’Accordo di Parigi. Una valutazione complessiva e oggettiva di quanto concluso fino ad oggi consentirà di rendere più efficaci e performanti tutti i futuri sforzi per il clima, rendendo chiari e trasparenti gli impegni globali.
Perché la COP28 sarà ospitata negli UAE?
La presidenza della COP28 di quest’anno è detenuta dagli Emirati Arabi Uniti, un paese che vede tra le sue caratteristiche un clima particolarmente estremo e sfide climatiche costanti (temperature elevate, scarsità di acqua dolce, etc). Nonostante si parli di un paese che risulta tra i maggiori produttori mondiali di petrolio e gas, la partecipazione di questa nazione agli impegni globali sul tema è sempre stata eccezionalmente elevata: gli Emirati hanno saputo costruire un’economia fiorente proprio andando oltre gli ostacoli climatici e garantendo sostenibilità alle loro soluzioni.
Inoltre, l’Expo City Dubai che ospiterà gli incontri della COP 28 è il fiore all’occhiello di una città che è stata costruita proprio sul principio di sostenibilità e circolarità dell’economia. L’expo sarà divisa in due diverse zone, la Blue Zone e la Green Zone, dedicata agli eventi promossi dalla società civile.
Cosa accadrà al Pianeta nei prossimi anni?
È senza alcun dubbio necessario un consenso globale deciso e coerente, per accelerare la transizione green e decarbonizzare l’economia mondiale. Inoltre, ogni accordo preso durante gli incontri di Dubai dovrà tenere conto degli interessi di molteplici paesi e regioni del mondo fortemente differenti tra loro, tra cui paesi in via di sviluppo e nazioni dall’economia avanzata.
Il futuro della Terra e dei suoi abitanti dipendono sostanzialmente sia dall’impegno dei capi di stato mondiali, sia da quello quotidiano delle imprese, degli enti e dei privati cittadini del Pianeta, che non possono esimersi dalla messa in campo di azioni drastiche sulle tematiche green, proprio qui e proprio ora.